Dalla violenza di genere all’educazione sessuale il passo è breve (o quasi)

L’educazione sessuale nelle scuole è un tema antico e controverso, che alimenta dibattiti intrisi di tematiche che vanno di pari passo con i valori della nostra società.
Una argomento che unisce e divide per le delicate questioni che investe e che intrecciano visioni contrapposte sulla gentilezza, il rispetto e  l’uguaglianza di genere che si scontrano con il bigottismo e una cultura fortemente radicata nel tabù del sesso che tanto spaventa. 

Ma se da un lato l’educazione sessuale viene vista come un insegnamento quasi naturale per i nostri figli, che fonda le sue basi nell’aspetto biologico e anatomico della questione, dall’altro comprende un ampio spettro di argomenti che spesso restano marginali come la salute sessuale, la contraccezione, il consenso, le relazioni sane e l’importanza della diversità e dell’inclusione.
In questo senso, l’obiettivo è quello di insegnare ai giovani come prendere decisioni consapevoli sulla loro salute e sul loro benessere sessuale ed emotivo.

Un’educazione che manca

In Italia, l’educazione sessuale è principalmente regolamentata a livello regionale e locale, con alcune linee guida nazionali emesse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIUR) ma, ad oggi, non esistono leggi nazionali specifiche che impongano l’educazione sessuale nelle scuole in modo uniforme su tutto il territorio italiano.

E se provassimo, invece, a investire nell’educazione sessuo-affettiva?

L’educazione sessuale non è priva di controversie. Alcuni sostengono che certi argomenti sia meglio affrontarli tra le mura domestiche, altri sottolineano che fornire informazioni accurate e imparziali a tutti gli studenti, indipendentemente dal loro background o dalle loro convinzioni, è fondamentale per promuovere la gentilezza, il rispetto e l’uguaglianza di genere.
Una delle ragioni principali a favore di un’educazione sessuale completa è la sua rilevanza per i problemi del mondo reale: i giovani di oggi si trovano ad affrontare decisioni complesse relative al consenso, alla contraccezione e alle MST e spesso la loro unica fonte di informazioni  è il web come conferma lo Studio Nazionale Fertilità, presentato dal Ministero della Salute nel 2019.

Che ripercussioni hanno queste fonti, spesso inattendibili, parziali o con una visione distorta del sesso e dell’affettività, sulla loro costruzione identitaria e sul loro sviluppo? I recenti e drammatici fatti di cronaca, il revenge porn (ricordate i famosi gruppi telegram?) e i numeri casi di stalking sono solo la punta dell’iceberg.

Di cosa hanno bisogno i nostri figli

La risposta è tutt’altro che facile e pone interrogativi enormi. Forse è pensabile una formazione che si indirizzi verso l’educazione sessuale e all’affettività in grado di affrontare questioni come la sicurezza on-line, il sexting e l’impatto della pornografia su atteggiamenti e comportamenti, fondati sul rispetto dei diritti e della autodeterminazione dell’essere umano.

Un approccio laico ed egualitario all’educazione sessuale, che dovrebbe insegnare ai giovani che il piacere, il consenso e le responsabilità sono i medesimi per tutti, indipendentemente dal sesso.