Claudia Goldin, le donne e il Nobel per l’Economia 2023
Tra gli economisti più influenti del XXI secolo spicca una donna.
Non una donna come le altre, bensì una donna che da diversi anni porta avanti un lungo e meticoloso lavoro che analizza le retribuzioni delle donne negli Stati Uniti negli ultimi due secoli. Le sue ricerche, racchiuse anche nella sua ultima pubblicazione del 2021, “Career and Family: Women’s Century-Long Journey toward Equity”, hanno gettato luce su diverse aspetti delle diseguaglianze di genere, esaminando le motivazioni culturali, economiche e sociali alla base delle disparità retributive tra uomini e donne. Oggi quella donna, che si chiama Claudia Goldin e insegna economia ad Harvard (la prima ad assumere questo incarico), ha vinto il Premio Nobel per l’Economia 2023. Dagli Stati Uniti all’Italia la situazione non ci dà sollievo ma le soluzioni ci sono. In Italia, la situazione sul divario di genere nel mercato del lavoro è ancora problematica. In “She Leads. La parità di genere nel futuro del lavoro”, scritto a quattro mani con Stefano Cuzzilla, è evidente come una donna su due è inoccupata, e le altre guadagnano in media il 13% in meno rispetto ai colleghi uomini. La maternità rimane un ostacolo significativo: solo il 53% delle donne con almeno un figlio tra i 25 e i 49 anni è impiegato.
Questa situazione è in gran parte dovuta a motivi culturali e a un problema strutturale nel Paese: gli stereotipi di genere sono ancora molto presenti nella nostra società e la mancanza di strutture di sostegno per la genitorialità rende difficile per le donne conciliare il lavoro e la famiglia. Come risultato, solo il 28% dei manager in Italia è donna, e tra gli amministratori delegati, la percentuale scende al di sotto del 12%.
Tuttavia, esistono iniziative per affrontare questa diseguaglianza. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) mira ad aumentare l’occupazione femminile del 4% entro il 2026, anche se l’Italia sta affrontando difficoltà nella gestione dei fondi dedicati agli asili. Nel frattempo, una misura chiave per promuovere il cambiamento è la Certificazione della parità di genere, che offre agevolazioni fiscali alle imprese che adottano politiche per l’uguaglianza di genere. Questa certificazione è stata progettata per essere accessibile a tutte le aziende, grandi e piccole e, attualmente, più di 300 imprese italiane hanno ottenuto questa certificazione e si stima che altre 800 possano seguirla nei prossimi tre anni. Il raggiungimento della parità di genere potrebbe portare a un aumento significativo del PIL, fino al 12%. In un mondo in cui le diseguaglianze di genere persistono, riconoscere il valore delle ricerche di Claudia Goldin e l’importanza della sua vittoria del Nobel per l’Economia 2023 è fondamentale. Oltre ad essere la terza donna ad aver vinto questo importante riconoscimento, dopo Elinor Ostrom nel 2009 ed Esther Duflo nel 2019, il suo lavoro ha gettato luce nuova sui cruciali aspetti delle disparità retributive tra uomini e donne. Queste scoperte non solo offrono una migliore comprensione dei problemi di genere, ma indicano anche la strada da percorrere per promuovere l’uguaglianza di genere è tutt’altro che finita.
Continuare a lavorare per promuovere l’uguaglianza di genere è essenziale per costruire una società giusta e progressista.